Il passo della
calandra Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli,
1993
Questa non è una storia di monumenti, di date e di stendardi. è storia di uomini. L'ha scritta un uomo che non è stato alla finestra, a guardare. Se si può dire, è un'antistoria. Attraverso il buco della serratura fluiscono gli accadimenti privati dei protagonisti, uomini e donne nobili e plebei che
affollano un paese-simbolo come Tuglie, dai Normanni ai giorni nostri. Da una parte il feudatario periferico senza cultura né per la propria funzione né per il proprio "mestiere" di manager della terra, delle coltivazioni, delle stagioni. Abile semmai, e neppure sempre, a reclamare più odiosi balzelli.
Gli fanno da contraltare
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braccianti, contadini, "furisi", abitatori di grotte, di trulli, di casupole, tirati per i capelli, lungo una diaspora di secoli, ad abbandonare terre inospitali e a maggesi. Spesso la Chiesa predica bene ma messa alle strette razzola male. Se non peggio.
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